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Distillati italiani: lo sapevi che…? curiosità e classifiche dalle migliori distillerie d’ Italia

In Italia non ci si alza da tavola senza aver prima fatto “un bicchierino di digestivo”. Il pranzo o la cena non possono dirsi conclusi. È una tradizione ben radicata in tutte le famiglie, dal Nord al Sud. Voi appartenete al team liquore o a quello distillato? Siete più da grappa o da limoncello?

Come? Chiedete qual è la differenza?! Vediamo come spiegarla al meglio in maniera semplice!
La differenza fondamentale tra distillato e liquore sta nella tecnica di produzione. Il distillato, ovviamente, si ottiene dalla distillazione, mentre il liquore è realizzato tramite un processo completamente diverso. I distillati sono prodotti dalla fermentazione e successiva distillazione di una materia prima agricola, ad esempio mele o malto, o ancora, per quanto riguarda il gin, botaniche, infuse in alcool neutro.

Durante la distillazione viene utilizzato l’alambicco, riempito con mosto fermentato e filtrato, la cui forma ha un ruolo fondamentale sul risultato finale. Per esempio: quelli tradizionali produrranno un distillato più complesso e ricco di sfumature. Quelli a colonna singola creano distillati meno concentrati. Attenzione a quelli industriali multicolonna! è quasi impossibile discernere le qualità della materia prima.

Ritorniamo alle fasi di produzione. Portato ad ebollizione il liquido, viene poi raffreddato in modo da concentrare i suoi vapori. La distillazione permette di separare la maggior quantità di alcool possibile, insieme agli elementi aromatici, eliminando il massimo quantitativo di acqua. La distillazione viene ripetuta due volte. Il prodotto della prima viene scartato, mentre il secondo liquido, più pregiato, verrà sottoposto ad altre operazioni: riduzione del grado alcolico; refrigerazione che rende limpido il liquido e infine sarà anche corretto il colore.

Step finale è l’invecchiamento, generalmente in botte e Barrique. In questo modo acquisiscono note terziarie ma si perdono alcune di quelle primarie, tipiche della materia prima da cui sono prodotti. Sono distillati “bianchi” quando non vengono fatti affinare in botte e in questo caso si esaltano maggiormente gli aromi primari della materia prima.

E i liquori?
Sono quelle bevande, tra i 30° e i 50°, ottenute dalla miscelazione di alcool, acqua, zucchero con sostanze aromatizzanti come frutta, fiori, erbe, semi, piante, radici. Spesso è prevista anche l’aggiunta di coloranti artificiali o naturali. La preparazione non segue un unico procedimento standard; possiamo parlare di: macerazione o di distillazione di un infuso alcolico.

Altra differenza, quindi, sta nel fatto che nei distillati i componenti più importanti sono alcool e profumi; nei liquori, invece, sono le sostanze aromatizzanti.

Un’ ultima curiosità dal mondo che ci aiuterà a leggere meglio le etichette?
Cos’è il proof americano? è la prova empirica per la valutazione del grado alcolico del distillato. Sulle etichette delle bottiglie americane è obbligatorio indicare la percentuale alcolica e il proof. Questa procedura consiste nel bagnare un po’ di polvere da sparo con il liquido alcolico da testare e poi dargli fuoco. Se la polvere brucia completamente, il grado alcolico è elevato. Questa equivale ad uno 0,5% di alcol etilico. Quando si legge un distillato a 90 proof parliamo di una bottiglia contenente il 45% di alcol.

OK, abbiamo capito! Ora facciamo un esempio di distillati?!
Whisky, Cognac, Rum, Grappa, Vodka, Gin, Tequila. (Attenzione: vi ricordiamo che acquavite è un sinonimo di distillato. Cosa cosa viene distillato? Ad esempio: la grappa è un’acquavite di vinaccia, il brandy di vino, la vodka di patate, il rhum di canna da zucchero,…)

Non pensate anche voi che il mondo dei distillati sia affascinante? Ogni Paese ha il suo, quello che lo contraddistingue e rappresenta. Se diciamo Scozia pensiamo al Whisky. E riusciamo a vedere il Messico senza Tequila e Mezcal?

Italia?
Grappa, ovviamente. Ma quello che forse non sapete è che si produce solo ed esclusivamente qui, in Italia. È un distillato unico al mondo, 100% made in Italy. È, come abbiamo detto, un’acquavite di vinaccia, che è la buccia dell’uva già spremuta per farne del vino. Ed è proprio questo a renderla un prodotto unico al mondo.

Sapete che esiste un concorso dedicato ai distillati italiani? E che è stata anche redatta una guida?

BeSpirits è il primo concorso dedicato ai distillati italiani. Mentre Spirito Autoctono è la prima guida di settore. Nasce da un censimento porta a porta delle aziende specializzate, degustazioni da parte delle commissioni e un’analisi in tre tempi per inserire tutte e sole le vere grandi eccellenze italiane e guidare il consumatore alla scoperta di bottiglie speciali.

Qualche nome? Top 4:

  • Aqva di Gin Speziata – Bespoke Distillery Spirit Club
  • Bugin – Bugin
  • Gin Crocodile del Professore – Del Professore
  • Gin Puro – Distilleria Bonaventura Maschio

E l’Alambicco d’ oro?
Ogni anno l’associazione ANAG – Assaggiatori Grappa e Acquaviti promuove il Premio Alambicco d’Oro. Le categorie sono 9: grappe giovani o aromatiche, grappe giovani o aromatiche che hanno sostato in legno, grappe aromatizzate, acquaviti d’uva giovani o aromatiche, acquaviti d’uva giovani o aromatiche che hanno sostato in legno.

Per quanto riguarda, invece, la classifica mondiale dei distillati, possiamo essere orgogliosi e fieri.

Sì, perché il distillato migliore al mondo, secondo la rivista Falstaff, è, per la prima volta, italiano: parliamo della grappa Nonino Gran Riserva 27 years ÙE, a cui la rivista ha assegnato il suo Spirit Trophy, il massimo riconoscimento in ambito di distillati. Il Nonino è una vera e propria istituzione nel mondo della grappa e si piazza al primo posto, a pari merito (100 punti) con il re dei Cognac, Remy Martin Louis XIII.

È un’acquavite ricavata da uve Refosco dal Peduncolo rosso: ci hanno spiegato che questa grappa, dopo la vendemmia del 1988, è stata distillata in alambicchi di rame discontinui seguendo il metodo artigianale, e poi messa in barriques di rovere in agosto per iniziare l’invecchiamento. La grappa è stata prelevata nel marzo del 2017 e presenta un color ambra con riflessi oro.

Nonino vanta ben cinque distillerie artigianali. La sua storia inizia nel 1897 quando Orazio Nonino, il capostipite della famiglia che viaggiava con il suo alambicco itinerante, decise di stabilirsi definitivamente a Ronchi di Percoto, comune in provincia di Udine, e tramandare lavoro e passione di generazione in generazione. La vera rivoluzione? Nel 1973, quando nacque la grappa monovitigno realizzata con le vinacce dell’uva Picolit. Mai nessuno prima aveva distillato una grappa da una singola varietà d’uva!

L’Italia compare per ben due volte nella graduatoria. C’è anche un’altra etichetta italiana: l’acquavite altoatesina Delia Apfelbrand Metodo Solera di Alexander Ortler.

Tra la top 10 delle migliori distillerie italiane, compare anche Castagner, situata nei dintorni delle colline di Conegliano, dove la tradizione della grappa diventa innovativa tramite l’utilizzo di macchinari 4.0.

Questo mondo sta affascinando anche le nuove generazioni. Così alle storiche distillerie italiane si stanno affiancando start up giovani, che hanno iniziato un lavoro di rinnovamento, non solo sul packaging, ma innanzitutto su ricerca e innovazione, sperimentazione e nuove tecniche, nel rispetto della tradizione, per creare nuovi prodotti e dare risalto al territorio di appartenza. Ogni distillato assume una propria identità ben riconoscibile, pronta a fare il giro del mondo. Ne è un esempio Xamorfos: gin distillato “legalmente” dal 2021, prodotto dalla lavorazione di dieci botaniche, infuse a mano e distillate sapientemente da Lorenzo, giovane salernitano che ha letteralmente provato ogni tipo di gin in giro per il mondo e ha dedicato tutto il suo tempo, il suo amore e la sua passione a prove, riprove e assaggi, fino alla ricetta perfetta (innanzitutto per lui!). Vi consigliamo di provare questo gin. Lo trovate qui, su mummeta.com. è anche la perfetta idea regalo per ogni occasione!

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